Bike sharing: obbligo di certificazione dei corrispettivi

Alzi la mano chi non conosce i servizi di bike sharing ormai diffusissimi in tutte le nostre città!

05 novembre 2019 // Gestione contabilità, Consulenza

Alzi la mano chi non conosce i servizi di bike sharing ormai diffusissimi in tutte le nostre città!

Per i pochi che ancora non lo sanno, vediamo come funziona: semplicemente usando una app sul vostro smartphone, si fa la scansione del QR-code presente sulla bicicletta, in questo modo viene effettuato il pagamento (di solito mediante sistema paypal o carta di credito) e il lucchetto elettronico che blocca il veicolo viene sbloccato. Ora potete usare la vostra bici!

Le società che forniscono questo servizio devono emettere la fattura elettronica quando il cliente ha la partita IVA, ma se il cliente è un privato devono comunque certificare i corrispettivi?

Secondo l’Agenzia delle Entrate sembrerebbe proprio di sì!

Questi servizi hanno l’obbligo di certificare i corrispettivi perché non sono considerati veri e propri servizi elettronici, come lo sono invece la fornitura di siti, web hosting, software, testi, musica, film e giochi, e le prestazioni di insegnamento a distanza.

Cosa significa questo per le società di bike sharing? Che devono provvedere alla memorizzazione e trasmissione telematica dei corrispettivi e a rilasciare al proprio cliente privato il documento commerciale.

Ma come se il servizio funziona semplicemente tramite una app? Nessun problema: se garantita l'autenticità e l'integrità, il formato cartaceo del documento commerciale può sempre essere sostituito, previo accordo con il cliente, col formato elettronico.

Quindi se come privati siete fan del bike sharing, ricordate che dovrete ricevere sempre il documento commerciale, cartaceo o elettronico. In alternativa, siete comunque sempre liberi di chiedere la fattura!